Il Problema: La Minaccia della Phelipanche ramosa
Il pomodoro da industria è una coltura fondamentale per l’economia agricola del Sud Italia, specialmente in Puglia. Tuttavia, negli ultimi anni, la coltivazione è minacciata dalla Phelipanche ramosa (nota come “sporchia” o “succiamele”), un parassita che si attacca alle radici del pomodoro, sottraendo acqua e nutrienti. Questo infestante causa perdite di resa fino al 70-80% se l’attacco avviene nelle prime fasi di crescita, oltre a ridurre la qualità dei frutti (fino al 30% in meno di indice rifrattometrico).
La P. ramosa non colpisce solo il pomodoro, ma anche altre colture come melanzane, peperoni, cavolfiori e specie spontanee, rendendo urgente l’adozione di strategie sostenibili per contrastarla.
La Soluzione: Biostimolanti e Fertilizzanti Organo-Minerali
Le ricerche condotte dal team del DAFNE hanno testato l’efficacia di biostimolanti e fertilizzanti organo-minerali nel migliorare la resistenza delle piante e aumentare la resa. Due sperimentazioni in campo (2021 e 2023) hanno fornito risultati promettenti:
Prova A (2021): Applicazione Foliare di Radicon®
Terreni testati: Due campi con diversa fertilità (bassa vs. alta).
Risultati:
Aumento della resa: +16,1% nel terreno meno fertile, +6,8% in quello più fertile.
Migliore attività fotosintetica: Indice SPAD più alto nelle piante trattate.
Qualità dei frutti: Lieve incremento di sostanza secca e licopene.
Prova B (2023): Fertirrigazione con Biostimolanti
Prodotti testati: Futuroot®, Radicon® e Radicon® + Amifort-Plus®.
Risultati:
Aumento della resa:
Futuroot®: +27,8%
Radicon®: +13,5%
Radicon® + Amifort-Plus®: +27,7%
Peso dei frutti: Maggiore nei trattamenti rispetto al controllo.
Biomassa vegetale: Incrementata con l’uso di biostimolanti.
Conclusioni: Quali Strategie Adottare?
Biostimolanti a base di acidi umici (come Radicon®) sono efficaci, soprattutto in terreni a bassa fertilità.
Fertirrigazione combinata (es. Radicon® + Amifort-Plus®) offre risultati superiori, grazie a microelementi come zinco, manganese e magnesio.
Applicazione fogliare vs. fertirrigazione: La prima garantisce incrementi di resa maggiori.
Implicazioni Pratiche per gli Agricoltori
Terreni poveri: L’uso di biostimolanti può compensare carenze nutrizionali, aumentando la resa fino al 27%.
Qualità del raccolto: Anche senza differenze significative nei parametri zuccherini, si ottengono frutti più consistenti e ricchi di licopene.
Integrazione con altre tecniche:
Rotazione con colture non ospiti (es. cereali).
Lavorazioni profonde del suolo (fino a 50 cm) per ridurre i turioni di P. ramosa.
Utilizzo di cultivar resistenti sviluppate con tecnologia TILLING.
Controllo Integrato: Non Solo Chimica
Per una gestione sostenibile della P. ramosa, è essenziale combinare più approcci:
Microrganismi antagonisti: Come Fusarium spp. e Glomus spp.
Compost attivato: Arricchito con funghi per ridurre la germinazione del parassita.
Monitoraggio costante: Interventi tempestivi e localizzati per minimizzare costi e impatto ambientale.
Riferimenti Scientifici
Le sperimentazioni citate sono state pubblicate su riviste internazionali come Plants (2024) e Agronomy, confermando l’efficacia degli approcci proposti. Per approfondimenti, consultare la bibliografia completa [link o citazione diretta].
In Sintesi: Combattere la Phelipanche ramosa richiede un mix di innovazione e pratiche tradizionali. Con i biostimolanti giusti e una gestione oculata del suolo, gli agricoltori pugliesi possono proteggere il pomodoro da industria, mantenendo alta la qualità e la competitività sul mercato.
Per ulteriori dettagli sulle tecniche o sui prodotti menzionati, contattare il team di ricerca del DAFNE.